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Pro Loco Il Ponte

  • Chi siamo

    La Pro Loco IL PONTE di Capolona è un'associazione che promuove eventi culturali, enogastronomici e turistici, volti a valorizzare il nostro territorio, si impegna a conservare la memoria e le tradizioni della nostra comunità.

    Fanno parte della proloco più di 50 persone che collaborano attivamente agli eventi.

  • La storia

    Fondata da un gruppo di amici nel 1967, è stata ripresa nel 2006 da Dini Sario con l'idea di promuovere la socializzazione e l'aggregazione dei cittadini di Capolona.

  • Social

    La pagina Facebook della Pro Loco IL PONTE Capolona condivide informazioni su serate danzanti, balli, orchestre e altre attività che coinvolgono la comunità di Capolona.

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Il nostro paese: Capolona

Capolona è un comune italiano di 5.157 abitanti della provincia di Arezzo in Toscana.

Il nome si pensa derivi da Leonis (o Campus Leonis).

Le origini del paese sono remote e poco conosciute: c'è chi ritiene che lì fosse situato un antico convento di cui oggi si sarebbero perse le tracce.

Oggi Capolona è un tranquillo paese immerso nella campagna toscana con caratterizzazione manifatturiera e agrituristica a soli 12 km dalla Città di Arezzo ed alle porte del Casentino.

«...lì dove l'Arno torce il muso agli aretini..."» (Dante, divina commedia)

Capolona, capoluogo del comune omonimo, ha una storia singolare. Il comune si estende sulle pendici del Pratomagno verso sud e sulla riva destra dell'Arno e coincide storicamente con i possedimen< dell'antichissima abbazia di San Gennaro a Campoleone.

In realtà Capolona è un nome che individua non tanto un centro in particolare, quanto tuQa una zona, avendo cambiato durante i secoli la localizzazione del capoluogo; dopo l'abbandono dell'Abbazia, situata nei pressi dell'attuale abitato di Castelluccio, il territorio fu unito ad altre comunità (in particolare con Subbiano, sull'altra sponda dell'Arno) fino alla dominazione napoleonica.

Nel 1808 fu istituito il distreQo di Capolona, Bibbiano e Belfiore e la sede comunale fu a Castelluccio, il centro più vicino all'antica abbazia e ne acquisì il nome di Capolona. Precedentemente il nome era passato ad una località vicina, sede della pieve di San Giovanni, luogo fino ad allora chiamato Sulpiciano. In tempi più recenti, il capoluogo, e di conseguenza il nome, è passato all'attuale Capolona, un gruppo di edifici sorti ai piedi di Caliano, in corrispondenza del ponte che attraversa l'Arno ed attorno al Calzaturificio Fratelli Soldini sorto a fine degli anni cinquanta del XX secolo.

Capolona ha quindi in gran parte un aspetto moderno, lungo il fiume Arno e aQraversata dalla strada regionale n. 71 e dalla ferrovia Arezzo-Pratovecchio-Stia. Il comune si inserisce nel paesaggio in un punto in cui il Casentino e la valle dell'Arno si aprono in un ampio ventaglio che prelude alla grande distesa formata dalla confluenza della Val di Chiana nel Valdarno e dove il fiume Arno “torce il muso” ad Arezzo. Il territorio è solcato da brevi torrenti che scendono dal displuvio più meridionale del Pratomagno, che sopra il capoluogo è abbastanza ripido, ma si addolcisce verso Pieve San Giovanni.

Capolona si trova al centro di un territorio notevolmente interessante per le sue vicende storiche: importanti ritrovamenti archeologici anche di origine neolitica sono stati scoperti intorno alle località di Cafaggio, Cafaggiolo, Cicaleto e Vico. L'abbazia di San Gennaro a Campus Leonis (da cui Capolona) fu fondata nel 972 e successivamente affidata ad alcuni monaci benedettini provenienti da Montecassino. Dal X al XII secolo nel momento della sua maggiore potenza, l'elenco delle proprietà dell'abbazia di Campoleone era enorme: castelli e corti dal Casentino all'Umbria.

Fra gli ospiti illustri dell'abbazia ci fu papa Alessandro II, che vi soggiornò nel settembre 1064 (presso la località Ierna si sono rinvenute tracce del passaggio di papa Alessandro II, una medaglia con la sua effigie, fa pensare potesse essere un dono del Papa a qualche personalità di importanza che vivesse in quella zona. Essendo sita in loco una ex villa romana appartenuta a famiglia Patrizia e poi successivamente riadattata a castelletto, ove ancora oggi si può notare una torre difensiva rimaneggiata successivamente, dalle varie dominazioni).

Dalla fine del secolo XIV ebbe inizio il lento declino dell'abbazia, che fu in seguito abbandonata, con conseguente decadenza del centro abitato corrispondente. Il monumento più importante di Capolona è Pieve a Sietina, giunta a noi quasi nella sua forma originaria (escluso il campanile di inizio Novecento). La Pieve a Sietina è ricordata fin dall'inizio del secolo XI con il nome di Santa Maria Maddalena di Setrina e si trova nella “terra barbaritana”, suggestiva dizione per definire una vasta area posta tra Arezzo e il Casentino dove, all'inizio dell'anno Mille, era ancora forte l'impronta delle popolazioni di stirpe germanica che nei secoli passati avevano occupato e si erano stabiliti in queste terre. Nella Pieve a Sietina ci sono affreschi trecenteschi e rinascimentali riportati al loro antico splendore da un recente restauro.

Molti borghi mantengono ancora una tipica foggia medievale con tracce più o meno evidenti di struQure murarie: ricordiamo Castelluccio con la sua “Portaccia”; Pieve di Cenina, Pieve San Martino Sopr'Arno e Pieve San Giovanni con pievi antichissime e la chiesa a Il Santo con testimonianze di origine bizantine; Bibbiano con traU ben conservati della cinta muraria, e poi Lorenzano, Baciano, Ponina, Cenina, Migliarino, Vezza, Casavecchia, Busseto, Apia, Santa Margherita, Poggio al Pino, Figline, Busenga, Ierna e tanti altri piccoli borghi e casolari dispersi nelle colline. Sono da segnalare una serie di tracce di strutture difensive e fortificate che facevano probabilmente parte del sistema difensivo risalente all'alto medioevo: Lorenzano, Casella, Caliano, Belfiore.

«...paese che ove fa buio avan< sera, gente da basto che è sol degna di galera..."» (Dante)

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